martedì 7 febbraio 2012

tartarino mon amour ...hi hi hi ..!

E’ inverno . Manca la luce, manca il calore del  sole . Sto mettendo via  questo libro  che  ho letto  e  voglio farne  una  recensione . E mi manca   quella  terra  e quei giorni .  Non   si capisce  il libro  se  non si è stati  a tarascona. Ed alla  fine  , dopo aver parlato dei luoghi di tartarino , non c’è più bisogno  di parlare del libro . Il sole  . La luce . Il libro,il tartarino   è immerso nella luce. Il  sole  della  provenza   ma  anche  nel sole  dell’algeria. Ma sono luci differenti . La  luce di tarascona  è una  luce  amica , che  permette   di sognare  .Un luce  calda  e gentile .   Il sole   dell’algeria è invece  è una  luce   cruda che  sbatte  in faccia  la  violenza  e la tristezza  della  realtà , mentre  abbacina lo sguardo.  Quella luce io ricordo . Sono  passato per  tarascona  in un pomeriggio tardo di agosto, con il rodano che sembrava il missisippi a memphis mentre il grande fiume si preparava , ancora voglioso,  al matrimonio con il mediterraneo in una festa che cominciava un po’ in la,  nella camrgue che già vedevi sul ponte in lontananza oltre arles e montmajor,  nella luce dorata del tardo pomeriggio estivo. Sud. Come Sud può essere Bahia o Tolosa o  Napoli , o Richmond o Memphis.  Come può essere solo del sud un’architettura di case dell’ottocento un po’ cadenti e sonnacchiose, dalla tinta lievemente stinte e scrostate . Case che  ricordano ancora il vapore, o la nave a vapore , forse persino battelli a ruota ,o una romantica  vaporiera che trascina carrozze piene di donne in veletta e vagoni di merci per il mitico oriente . Tarascona e Beaucaire  città gemelle e rivali, opposte in due stati , provenza e midi ,  e stesso clima e sole ,  mentre  sul fiume passa e ripassa   il motoscafo che trascina tra le boe e i trampolini l’acrobata volante. ed il rumore del motore è l’unico che rompe il silenzio, infrangendosi sulla lunga facciata dimessa di finestre inquadrate di pietra  e piccoli balconi torniti . Dove un nera stende i  panni mentre  guarda le figlie in strada che giocano a bassa voce . E poco oltre,  nella piazza nell’ombra dei platani davanti al bistrot si scalda il pastis nel bicchiere ,   il bevitore indolente  . Silenzio . Attesa .Nel lungo meriggio di sole e di luce dorata  le barche ,  ondeggiano  nel canale  ,con lo stesso lento ritmo di donne di forti profili che passano nel viale  di una  città del sud.  Nel tardo pomeriggio . Pian piano, si prepara più in la’,  la serata di festa  , la fiera notturna  di luci ( non gli basta quest’eterna luce del meriggio che questi vogliono distruggere  l’incanto del buio nella notte, con queste ridicole  luci artificiali ??? )  , il mercato e la musica. Avanti ,a cercare la frescura in una “tabernae” con le porte spalancate  che ci confina, poi  al solito , fuori , sul tavolino in plastica sotto i sempre presenti platani . Silenzio . Siamo in dieci, in meno di  tre metri , nei tavolini all’ombra. E parliamo .Ma io ricordo solo il silenzio e la luce sotto i platani . Di quel pomeriggio d’estate .

E ora ,volete  ancora che vi parli di tartarino ?

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