martedì 14 febbraio 2012

farina-zoo istantaneo

Corrado  Farina: la figlia dell’istante .
Corrado Farina fa’ un gioco e noi lo seguiamo. Aveva il noto Corrado  (?)  un bel canovaccio tra le mani ,  ereditato da un’occasione unica nella sua vita, quella che l’ha visto giocare con due giallisti e scrittori di vaglia . La premiata ditta F&L , inventori del “ giallo-cerea-ne’ ” (quasi un accelerato del basso Piemonte ) , avevano  condiviso con lui un divertissement  (gulp!) nel 1980. I vari tentativi  di far rivivere il canovaccio con i cari sabaudi non ebbero successo ed il caro Corrado dopo anni si ritrova tra le mani quella buona vecchia idea e decide alla fine di portarla a compimento , visto che pure per lui l’età non è più
Lui stesso confessa di doversi adattare ad uno stile “revival –invernizio”  come soluzione narrativa di  supporto ad un materiale iniziale  frastagliato in cui chiaramente  non è facilmente  definibile  la trama.  D’altra parte se ci fosse stata la trama , il romanzo sarebbe già stato ,non solo scritto, ma anche  pubblicato.
Dobbiamo dire che il geniale Corrado , possiede più frecce nella sua faretra di regista che in quella di  scrittore , essendo questa uno spin-off della maturità . E quindi ha dovuto alla fine piegarsi a trovare un registro di scherzo ,di divertissement ,  e non il classico romanzo. Se l’origine richiamava necessariamente il registro  del “giallo-cerea-ne” ,una specie di tributo alla donna della domenica, lo stesso colto Corrado confessa di aver abbandonato i  registri colti di Calvino , altra possibilità, perché troppo alti.
La resa alla facondia dell’immaginifico  Invernizzino ( J ) “spalmato sul  panino” porta al primo peccato mortale, del casto Corrado : il materiale è tanto, è troppo . Il bel Corrado ( vedesi  il quarto di copertina in fondo) ha voluto fare un’abbuffata di schemi e retoriche invernizziane ( o invernizzine J ) . Non si è fatto mancare nulla :scambi di fanciulli , sparizioni e ritorni dalle tombe,  visite di cimiteri e passaggi segreti . D’altra parte  se è un gioco , e giocando ci si diverte, giochiamo fino in fondo …no? Con tanto materiale  del genere  un romanziere internazionale  ci avrebbe  fatto un saga di almeno 4 romanzi. Ma l’abbuffata retorica porta ad un altro vizio mortale :  il goloso Corrado è caduto nel peccato di stile: troppi aggettivi . La retorica invernizzin-formaggesca si spalma da lui e straborda , come uno squacquerone maturo  nel più grave dei difetti , l’eccesso di aggettivi ( come me d’altra parte). La retorica dell’invernizzina cola nell’aggettivo rancido  .
I tentativi  del l’esteta Corrado vengono alleggeriti da inserti (ironici) originali della magica Carolina. Questa scelta permette  di accentuare  l’aspetto ludico dello scritto  ,alleggerendo eventuali attese  da parte  del lettore . Questo permette al malcapitato  lettore di non rimanere deluso per quello che  diventa, più che  un giallo ,ormai privo di thrilling , un gioco divertente .
Il  ludico  Corrado però ci ha fatto divertire e allora gli perdoniamo tutto .

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