mercoledì 20 luglio 2011

Fiume nero, di G.M. Ford

GM Ford è un ottimo scrittore un bravo professionista .Ho letto fiume nero velocemente , in un paio di giorni, in treno o in bus, prima di dormire o nella pausa pranzo. Ma questo non cambia il senso del mio giudizio. Ford non è un grande scrittore ma un grande professionista . Ford riesce ad elaborare la sua scrittura per poter affinare le tecniche in grado di rendere il suo lavoro, un ottimo prodotto professionale mentre non riesce ad essere incisivo quando tenta di inserire qualche spunto personale; questi spunti, quando sono presenti restano marginali fuori dal flusso centrale del libro, una confessione en passant che il lettore forse non gradisce; oppure diventa materiale all’interno del libro per un episodio senza però che l’episodio prenda forza dall’esperienza reale .
A parte questo, ripeto considero Ford un vero professionista. In inglese si direbbe “delivery what you promise” o qualcosa del genere come definizione di professionista. Molto americano. Ford , come Henry o John, epica o mitica del sogno americano. Nel bene o nel male.
Nel male come il tono stereotipato. Nel suo personaggio che sembra uscito da un telefilm. Vive a Seattle , magari non in buco di altri posti .. per esempio, Omaha… (capitale del nebraska), vive su una barca … mica in un appartamento come tutti i mortali , fa lo scrittore mica l’impiegato di 5 livello, cinico e romantico, con un conto in banca milionario … e cosi via. … ma questo è il materiale dei sogni . Come pure tanti personaggi hanno il sapore del già visto . Del precotto. Che non spaventano lo spettatore, pardon il lettore , obbligandolo a vedere le cose in modo diverso, ma che in fondo lo rassicurano .
Eppure ford resta un professionista. Un gran bravo professionista. “delivery what…”. Il film, pardon , il libro, scorre veloce e non pesa, un libro di azione più che di elucubrazioni. I personaggi non debordano dalla loro ben circoscritta cornice entro cui si inquadrano perfettamente, come stereotipi. L’intreccio è semplice ma viene sviluppato lasciando fino all’ultimo al lettore l’incognita dei collegamenti. L’azione è preparata ma fino all’ultimo il lettore non si aspetta l’azione cosi è colto di sorpresa pur avendo mantenuto il thrilling. Ed infine tutti i personaggi hanno un ruolo, non sono semplici comparse.
Un piccolo appunto finale. Per un non americano,il fatto che 2 personaggi chiave ma minori si chiamano uno ball e l’altro batch o qualcosa del genere non aiuta a distinguerli. Come pure una comparsa si chiama butler o qualcosa del genere.
Insomma se volete passare alcune ore piacevoli leggete questo libro che sicuramente merita molto di più di altri, ma non aspettatevi il capolavoro.

lunedì 18 luglio 2011

oh yeah!

Ho fatto un blog.... ma non scrivo oh yeah!
però leggo..ah quanto leggo e qui scriverò le mie opinioni. oh yeah!