sabato 24 dicembre 2011

mercoledì 20 luglio 2011

Fiume nero, di G.M. Ford

GM Ford è un ottimo scrittore un bravo professionista .Ho letto fiume nero velocemente , in un paio di giorni, in treno o in bus, prima di dormire o nella pausa pranzo. Ma questo non cambia il senso del mio giudizio. Ford non è un grande scrittore ma un grande professionista . Ford riesce ad elaborare la sua scrittura per poter affinare le tecniche in grado di rendere il suo lavoro, un ottimo prodotto professionale mentre non riesce ad essere incisivo quando tenta di inserire qualche spunto personale; questi spunti, quando sono presenti restano marginali fuori dal flusso centrale del libro, una confessione en passant che il lettore forse non gradisce; oppure diventa materiale all’interno del libro per un episodio senza però che l’episodio prenda forza dall’esperienza reale .
A parte questo, ripeto considero Ford un vero professionista. In inglese si direbbe “delivery what you promise” o qualcosa del genere come definizione di professionista. Molto americano. Ford , come Henry o John, epica o mitica del sogno americano. Nel bene o nel male.
Nel male come il tono stereotipato. Nel suo personaggio che sembra uscito da un telefilm. Vive a Seattle , magari non in buco di altri posti .. per esempio, Omaha… (capitale del nebraska), vive su una barca … mica in un appartamento come tutti i mortali , fa lo scrittore mica l’impiegato di 5 livello, cinico e romantico, con un conto in banca milionario … e cosi via. … ma questo è il materiale dei sogni . Come pure tanti personaggi hanno il sapore del già visto . Del precotto. Che non spaventano lo spettatore, pardon il lettore , obbligandolo a vedere le cose in modo diverso, ma che in fondo lo rassicurano .
Eppure ford resta un professionista. Un gran bravo professionista. “delivery what…”. Il film, pardon , il libro, scorre veloce e non pesa, un libro di azione più che di elucubrazioni. I personaggi non debordano dalla loro ben circoscritta cornice entro cui si inquadrano perfettamente, come stereotipi. L’intreccio è semplice ma viene sviluppato lasciando fino all’ultimo al lettore l’incognita dei collegamenti. L’azione è preparata ma fino all’ultimo il lettore non si aspetta l’azione cosi è colto di sorpresa pur avendo mantenuto il thrilling. Ed infine tutti i personaggi hanno un ruolo, non sono semplici comparse.
Un piccolo appunto finale. Per un non americano,il fatto che 2 personaggi chiave ma minori si chiamano uno ball e l’altro batch o qualcosa del genere non aiuta a distinguerli. Come pure una comparsa si chiama butler o qualcosa del genere.
Insomma se volete passare alcune ore piacevoli leggete questo libro che sicuramente merita molto di più di altri, ma non aspettatevi il capolavoro.

lunedì 18 luglio 2011

oh yeah!

Ho fatto un blog.... ma non scrivo oh yeah!
però leggo..ah quanto leggo e qui scriverò le mie opinioni. oh yeah!

giovedì 3 marzo 2011

Aub Aub Aub Aub ... Max

Io non conosco Max Aub. E’ morto … io che ci posso fare? Posso dire di aver incontrato un suo libro. ma non vuol dire conoscerlo o conoscere la sua scrittura .. ( orribile espressione L ). Posso dire che è originale ed economico. Un libricino, un euro. Un caffè di carta, insomma.

Quando ho aperto il libro ho pensato al Manganelli di “centuria” .Ma poi non erano raccontini, storielle, esili e sospese tra assurdo e poesia. ma queste non erano storielle, non c’era una nome, una storia uno sviluppo. Poi ho pensato ad aforismi. ma anche l’aforisma è un’altra cosa. In terza persona, dal ritmo piano semplice lineare. Un detto memorabile, una pennellata che svela il lato “b” della realtà.

Ma è qualcosa di completamente diverso. Non ci sono nomi non ci sono riferimenti, non c’è la terza persona che dall’esterno del mondo, una piccola collinetta da sopra il villaggio giudica e sorride delle nostre vite e dei nostri vizi.

Quello che colpisce è in primo luogo l’assenza di punteggiatura. Solo parole secche, senza virgole,senza punti senza pause ne capoversi. ( non è vero,: ci sono i punti e le virgole etc etc ). Non c’è il mondo esterno, non ci sono le cose. c’è solo io ( anche se il discorso naturalmente e sempre riferisce ad un altro od ad altre cose ma l’attenzione on si ferma li ). Sembrano urli. Grida. Tutto sospeso o detto in questo sussurro o rantolo. In fondo è l’anima che muore veramente in questi delitti …

Ecco lo vedrei bene come un manuale d’esercizio di recitazione di aspiranti attori. Ad un esame.

“ prego mi declami questo … “ dice il regista porgendo il manoscritto

“lo uccisi perché era idiota, perfido, scemo, tardo, stupido, mentecatto, ipocrita, ignorante, burino, buffone ,gesuita ,a scelta. Una cosa si accetta, due no.”

Chissà che qualcuno non lo faccia davvero.

Saluti.

Luciano in arte “Peppe”

mercoledì 2 marzo 2011

ho fatto il blog! oh yeah!

Immaginate… immaginate... immaginate Iannacci sulla musica di “Ho visto un re!”
Ho fatto un blog o yeah si yaeh! Ho fatto un blog.
(In realtà l’ha fatto mia moglie. Che tesoro di moglie!!!)
Beh, ho provato a scrivere e non usciva nulla, possibile? Dopo tutto lo stress di mia moglie con il marito che  diceva..
e voglio un blog! Per me ! ….O yeah… si yeah! …E voglio un blog! O yeah!”
…. Che figura! Non c’era niente!
Ho fatto un blog! O yeah si yeah! Ho fatto un blog  … ed era vuoto!
Non c’era niente … proprio nulla! ZeroSoluto ( non Zero Assoluto! sic!)
Eeee …. mancava pure il cavallo!!!…Nel blog!!! o yeah! E si yeah!o yeah! E non c’era neppure un cavallo… nel blog!
--- stress da dopolavoro ( ferroviario)----
Allora perché non riesco a scrivere? Perché ho solo sei neuroni e devono pur trovare il loro autore che  li “autorisca”! (  stasera sono proprio ispirato …sic!)
Esperienza: è più difficile  e più stressante   scrivere due  righe in blog  che fumarsi la sera  davanti alla TiVi, a guardare “medium” e “la 25esima ora” …  le uniche cose  “vedibili” (sssic!!!!) stasera  .  Eppure, il nostro cervello non è spento … Siamo sicuri ?  Reagiamo, il lavoro incombe, dobbiamo reagire al capo, alle situazioni,alla  famiglia, ai figli, ai genitori, al mondo, al traffico etc etc etc ma questo non è pensare … forse. E’ forse reagire d’istinto. E se non abbiamo più gli stimoli stressanti a cui siamo abituati, possiamo dare o creare qualcosa stando in silenzio  a pensare?
Buona notte .a tutti . (“e cick via …!”  come ha detto mia  moglie!)
PS: “ho fatto il blog … o yeah si yeah! Ho fatto il blog!”