giovedì 22 marzo 2012

Deon Meyer: Codice cacciatore .

Devo confessarlo. Ci Sono cascato . Avevo un secondo libro di Deon meyer e dopo  aver finito il  sapore del sangue non ho resistito. D’altra parte  avevo  un altro libro a  portata di  mano  e ri-scoprire  il Sudafrica  era  una  idea  troppo forte .  Paese bellissimo .
Che ci ho ritrovato ?  L’autore vuole  scrivere   una immagine  attuale  del sud africa con le  sue  contraddizioni . Allora sul modello di Wilbur Smith  , forse , ha  adottato  il modello della saga .
Se uno era  il protagonista  de “il sapore del sangue”  ora invece   qualche  anno dopo, è un altro il protagonista . Un comprimario altrove  , protagonista  qui. E viceversa  per il protagonista . Che diventa  qui un personaggio secondario . Quasi un cammeo , una comparsata come  nei film o nelle serie televisive .
Ma non solo . Un punto in più . Cambio del nome . Non so se  era  un errore  o pre dire  qualcosa  di più, ma  il personaggio che  inizialmente  , nella  sua  vita letterario  si  chiamava  Thobela  , e diventa  Tiny , ora  è Tobela senza  h.  Non capisco se  un errore del  traduttore o una  scelta consapevole .  Ed è alla  fine  un ritorno alla  famiglia .  A dei valori dopo decenni di violenza  . Quasi che  alla  fine  ci sia la necessità di una  grammatica  dell’amore, in senso di responsabilità ,  fraternità , maternità e  paternità .  Ed un contatto con cose  semplici  e naturali . C’è in un certo senso molta retorica ma  anche forse  la  necessità  di uscire da tutto e la chance di non essere la solita  nazione  africana, eterna  promessa  ed eterna  delusione .  Un po’ come  era il Brasile  e come  ora sembra non essere più . Ed anche il ritorno a casa è una cosa strana . Tobela è con quello che  considera suo figlio .Ma che non è con suo figlio  di sangue ,  ma che è il figlio della donna che ama con cui conviveva. E per amore della quale  ha cambiato vito. E che  alla  fine  le  è stata tolta.  La paura domina  ancora  nella  vita  di molte  persone  in Sudafrica .  Ma dal principio, la nuova vita di Tobela ,e  la fine  , il ritorno di Tobela  da suo padre , cosa succede in mezzo ? 

Un sporca storia  di ricatti, servizi e  coperture  . E di malintesa fedeltà . Nel senso che  nulla  sembra alla  fine  avere  senso. La missione  di tobela  si snoda  dal nord al sud del paese  , on the road,  mentre  la  polizia ed i servizi si mobilitano e  la  stampa   indaga a caccia di scoop.
L’autore  sembra voler dire ,che  nella  vita di ciascuno forse  la  democrazia  non riesce  a far  presa. Si rischiano le nuove manipolazioni e  le  vecchie eredità del passato  tenderanno insidie  al nuovo , che  si sperava migliore .   E i nuovi inganni , le nuove insidie ,  al Qaeda  e company  per intenderci,  non lasceranno  in pace neppure un paese  come  il Sudafrica , sembra dire   l’autore, perché comunque  Gente  venduta  e   gente ingannata . E scene  comiche  come  certi film anni 60  di Hollywood  quando anche  l’integerrimo  detective Spencer Tracy  scappava in Mexico con  bottino . Al di la’ della  storia  allora  Meyer  si chiede  che  fare  e  non ha  alla  fine  risposte  .
Meyer ha scritto diversi gialli e  forse  su diversi filoni . Questo libro alla fine  mi ha preso meno dell’unico altro che  ho letto.  Su internet  ho letto recensioni di altri romanzi  che sembrano positivi  . Nel mio  caso posso dire che  nella tenuta intera del libro  nuoce  la fuga di tobela  per la usa missione  mentre  l’azione  resta  spezzata n diversi luoghi .  In fondo , per me  ,il mondo dei servizi resta quell’inganno e del controinganno . E  su tutti la spia che  venne  dal freddo è un riferimento. In un libro essenzialmente  d’azione  o ne patisce l’azione  o ne  patisce  l’atmosfera dei servizi . Alla fine  resta comunque  un ottimo libro .

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