domenica 28 gennaio 2024

 Caroline Mitchell – il killer di mezzanotte


I titoli delle copertina mi fanno pensare a quello che succede in un telefilm di Castle. La madre ,che dovrebbe essere svampita , rimprovera al bambinone Castle che sta perdendo tempo ,che invece dovrebbe finire gli impegni sottoscritti, tra cui una recensione di un libro di un collega . “ ah si? “ dice Castle prendendo il libro tra le mani e visibilemente sfogliando le pagine dice “ il romanzo è avvincente , ben scritto e pieno di suspence. Fatto! E adesso posso andare ! “ e sorride alal madre e se ne va dalla scena .

Ecco, tanti commenti si riducono ad una sola parola . In questo caso sulla copertina spicca “avvincente!” e “davvero brillante! “ … insomma il libro è buono ma non si può farne un commento cosi sintetico, no?


Il libro parte a fatica . O meglio sembra composta da vari blocchi che il lettore fa fatica nelle prime pagine , ad assemblare. A meè successo che dopo una decina di pagine . Mi sono ricordato le prime 25 pagine di Manzoni nei Promessi Sposi che Eco citava quando gli imputavano una certa lentezza nell'avvio del nome della rosa ; per Eco erano una specie di addestramento a cui il lettore deve sottoporsi per adattarsi all'autore ,al suo ritmo ed al suo modo di raccontare la storia . Anche qui , mi è parso , dopo 20 pagine finalmente si ottiene una sufficiente visione della protagonista , dell'ambiente sociale e storico dove si svolge la storia . E proseguendo si entra nella storia che riesce a proseguire piana ,con un crescendo di tensione che avvince il lettore lentamente . Intendo dire che alcuni espedienti non funzionavano nel mio caso specificodi letotre , come la minaccia alla protagonista da parte del presunto serial killer mentre altri punti invece mi avvincevano di più e funzionavano meglio nel meccansmo necesario a tenere avvinto il lettore .

Ad esempio la curiosità di scoprire la relazione ed i legami che la protagonista con altri personagig nella sotira : questo viene fatto e a fasi .

Devo avvertire gli altri lettori che è un romanzo inglese e non americano, nonostante il cognome della scrittirice ed anche il titolo. Anch'io sono rimasto pun po' preplesso ,seppure gl iemricani scrivino in generale bene per qualto triguarda l'azione ,sono assai rari quelli che vogliono costruire una trama partendo dall'atmosfera e dall'ambiente . Come dire che è il uogo con le sue atmosfere che fa nascere il personaggio .

In secondo luogo invede devo lodare( lodare ...ah! parolona... ) l'intreccio che mi pare proprio ben costruito pieno di personaggi tutti tra loro collegati da relazione a prima vista oscure ed ingarbugliate . E quindi è anche un racconto pieno di false piste che scombussolano il lettore , che talvolta ama queste cose .


Certo , ho l'impressione , piu che la certezza, che a volte vi siano non tanto imprecisioni quanto piuttosto qualche soluzione affrettata , qualche scorciatoia per semplificare il racconto. Ma è possibile chequesto sia dovuto alla necessità nel numero di pagine standard di una edizione commerciale .Elisabeth George invece riesce a fare libri di 500 pagine , talvolta buoni ovvero ogni pagina è ben spesa, talvolta meno . Ma a mio parere, in questo libro , ma va bene cosi .


Non vado oltre e non faccio spoiler visto che a qualcuno può capitare di leggerlo e gli auguro di divertirsi come è successo a me . Oddio divertirsi . Diciamo divertirsi un po' , talvolta. E sembra un versodi unacanzone di Battisti , non so di quale periodo .


Infne una nota personale . Ho ritrovato molta inghilterra , quei paesi piccoli e che non si capisce di cosa vivano, se non della fantasia dei suoi abitanti o dichi li descrive. Ho vissuto per quasi sei mesi in Inghilterra tanti anni fa , ed in un certo senso quando rivedo nei film e nella mente questi scenari suburbani o campagnoli grigi e tristi, compreso lo squallore di tante semplici e problematiche esistenze, mi si stringe il cuore, con affetto e non disgusto. E ringrazio l'autore di avermelo fatto provare una volta in più quell'emozione .

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