E’ inverno . Manca la luce, manca il calore del sole . Sto mettendo via questo libro che ho letto e voglio farne una recensione . E mi manca quella terra e quei giorni . Non si capisce il libro se non si è stati a tarascona. Ed alla fine , dopo aver parlato dei luoghi di tartarino , non c’è più bisogno di parlare del libro . Il sole . La luce . Il libro,il tartarino è immerso nella luce. Il sole della provenza ma anche nel sole dell’algeria. Ma sono luci differenti . La luce di tarascona è una luce amica , che permette di sognare .Un luce calda e gentile . Il sole dell’algeria è invece è una luce cruda che sbatte in faccia la violenza e la tristezza della realtà , mentre abbacina lo sguardo. Quella luce io ricordo . Sono passato per tarascona in un pomeriggio tardo di agosto, con il rodano che sembrava il missisippi a memphis mentre il grande fiume si preparava , ancora voglioso, al matrimonio con il mediterraneo in una festa che cominciava un po’ in la, nella camrgue che già vedevi sul ponte in lontananza oltre arles e montmajor, nella luce dorata del tardo pomeriggio estivo. Sud. Come Sud può essere Bahia o Tolosa o Napoli , o Richmond o Memphis. Come può essere solo del sud un’architettura di case dell’ottocento un po’ cadenti e sonnacchiose, dalla tinta lievemente stinte e scrostate . Case che ricordano ancora il vapore, o la nave a vapore , forse persino battelli a ruota ,o una romantica vaporiera che trascina carrozze piene di donne in veletta e vagoni di merci per il mitico oriente . Tarascona e Beaucaire città gemelle e rivali, opposte in due stati , provenza e midi , e stesso clima e sole , mentre sul fiume passa e ripassa il motoscafo che trascina tra le boe e i trampolini l’acrobata volante. ed il rumore del motore è l’unico che rompe il silenzio, infrangendosi sulla lunga facciata dimessa di finestre inquadrate di pietra e piccoli balconi torniti . Dove un nera stende i panni mentre guarda le figlie in strada che giocano a bassa voce . E poco oltre, nella piazza nell’ombra dei platani davanti al bistrot si scalda il pastis nel bicchiere , il bevitore indolente . Silenzio . Attesa .Nel lungo meriggio di sole e di luce dorata le barche , ondeggiano nel canale ,con lo stesso lento ritmo di donne di forti profili che passano nel viale di una città del sud. Nel tardo pomeriggio . Pian piano, si prepara più in la’, la serata di festa , la fiera notturna di luci ( non gli basta quest’eterna luce del meriggio che questi vogliono distruggere l’incanto del buio nella notte, con queste ridicole luci artificiali ??? ) , il mercato e la musica. Avanti ,a cercare la frescura in una “tabernae” con le porte spalancate che ci confina, poi al solito , fuori , sul tavolino in plastica sotto i sempre presenti platani . Silenzio . Siamo in dieci, in meno di tre metri , nei tavolini all’ombra. E parliamo .Ma io ricordo solo il silenzio e la luce sotto i platani . Di quel pomeriggio d’estate .
E ora ,volete ancora che vi parli di tartarino ?
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