Corrado Farina: la figlia dell’istante .
Corrado Farina fa’ un gioco e noi lo seguiamo. Aveva il noto Corrado (?) un bel canovaccio tra le mani , ereditato da un’occasione unica nella sua vita, quella che l’ha visto giocare con due giallisti e scrittori di vaglia . La premiata ditta F&L , inventori del “ giallo-cerea-ne’ ” (quasi un accelerato del basso Piemonte ) , avevano condiviso con lui un divertissement (gulp!) nel 1980. I vari tentativi di far rivivere il canovaccio con i cari sabaudi non ebbero successo ed il caro Corrado dopo anni si ritrova tra le mani quella buona vecchia idea e decide alla fine di portarla a compimento , visto che pure per lui l’età non è più
Lui stesso confessa di doversi adattare ad uno stile “revival –invernizio” come soluzione narrativa di supporto ad un materiale iniziale frastagliato in cui chiaramente non è facilmente definibile la trama. D’altra parte se ci fosse stata la trama , il romanzo sarebbe già stato ,non solo scritto, ma anche pubblicato.
Dobbiamo dire che il geniale Corrado , possiede più frecce nella sua faretra di regista che in quella di scrittore , essendo questa uno spin-off della maturità . E quindi ha dovuto alla fine piegarsi a trovare un registro di scherzo ,di divertissement , e non il classico romanzo. Se l’origine richiamava necessariamente il registro del “giallo-cerea-ne” ,una specie di tributo alla donna della domenica, lo stesso colto Corrado confessa di aver abbandonato i registri colti di Calvino , altra possibilità, perché troppo alti.
La resa alla facondia dell’immaginifico Invernizzino ( J ) “spalmato sul panino” porta al primo peccato mortale, del casto Corrado : il materiale è tanto, è troppo . Il bel Corrado ( vedesi il quarto di copertina in fondo) ha voluto fare un’abbuffata di schemi e retoriche invernizziane ( o invernizzine J ) . Non si è fatto mancare nulla :scambi di fanciulli , sparizioni e ritorni dalle tombe, visite di cimiteri e passaggi segreti . D’altra parte se è un gioco , e giocando ci si diverte, giochiamo fino in fondo …no? Con tanto materiale del genere un romanziere internazionale ci avrebbe fatto un saga di almeno 4 romanzi. Ma l’abbuffata retorica porta ad un altro vizio mortale : il goloso Corrado è caduto nel peccato di stile: troppi aggettivi . La retorica invernizzin-formaggesca si spalma da lui e straborda , come uno squacquerone maturo nel più grave dei difetti , l’eccesso di aggettivi ( come me d’altra parte). La retorica dell’invernizzina cola nell’aggettivo rancido .
I tentativi del l’esteta Corrado vengono alleggeriti da inserti (ironici) originali della magica Carolina. Questa scelta permette di accentuare l’aspetto ludico dello scritto ,alleggerendo eventuali attese da parte del lettore . Questo permette al malcapitato lettore di non rimanere deluso per quello che diventa, più che un giallo ,ormai privo di thrilling , un gioco divertente .
Il ludico Corrado però ci ha fatto divertire e allora gli perdoniamo tutto .
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