Marco Vichi – la forza del destino .
Si tratta un libro del 2011 e veniva
pubblicizzato l'autore un paio di anni fa , sulla copertina ,
come scrittore da 1000000 (in lettere un milione …) di copie in
Italia . Ora lo pubblicizzano, 24 mesi , come un autore da
1500000 di copie, ovvero da quando è entrato nei paperback
popolari negli scaffali dei supermercati . Con il tempo le copie
aumentano ma è anche vero che mi pare che l'autore , toscano
abbia avuto una circolazione locale per molto tempo . Comincia
nel 2002 inventando il commissario Bordelli ed ad oggi vi sono 15
romanzi secondo Wikipedia . Scrive molto a mio avviso , dato che è
accreditato di altri 12 romanzi , ed una partecipazione ad almeno
altre 45 opere .
Diciamo che a 66 anni vichi, su
Wikipedia mostra la faccia di un signore non più giovanissimo ,
che mostra i segni distintivi di una ipotetica militanza in
alternativa-anarchica, insomma di quelli da venaus, ovvero val di susa , per
intenderci i no tav quelli che di giorno stano nel presidio con le bandiere
arcobaleno , e di notte vanno a sparare razzi e forzare le reti .
Ma torniamo al libro .
Il libro è il seguito del libro
“morte a firenze “. Quest'ultimo libro ha vinto il
premio Scerbanenco che è il maggior riconoscimento italiano del
settore dei gialli e del noir .
Attenzione però, il nume tutelare
del giallo contemporaneo , ovvero il de cuius Andrea Camilleri,
padre dell'ispettore Montalbano , non ha mai vinto lo Scerbanenco ,
essendo per cosi dire passato subito al successo visto che , oltre
ad avere già la mano dello scrittore , ne ha pure l'originalità. Il
de cuius AC poi , conosceva personalmente l'editore Elvira Sellerio;
secondo la leggenda , alla Sellerio aveva chiesto un prestito per
l'acquisto di un appartamento a Roma , ma questa lo aveva
rifiutato viste le gravi difficoltà della casa editrice omonima
, pronta a breve a chiudere bottega . Cosi Andrea Camilleri,
dice la leggenda maontalbaniana, inventò Salvo Montalbano
commissario e salvò capra e cavoli. Qualcosa che , pur essendo
Camilleri di sinistra , avrebbe fatto la felicità dei liberisti
americani , cosi come la leggenda della invenzione di Harry Potter
da parte della Rowlins accende la fantasia trasversale del
pubblico .
In morte a Firenze, il commissario
Bordelli, l'eroe di vichi , scopre gli autori di un caso di
pedofilia terminato con l'omicidio del bambino ma non ha prove se
non la testimonianza di uno dei colpevoli, che arrestato muore in
carcere, impiccato, in circostanze poco chiare . Morto uno dei
colpevoli, non si hanno prove e l'indagine viene chiusa dal
questore . Anche perché i nomi sarebbero stati scottanti . A parte
Panerai, un macellaio, sono , o sarebbero , coinvolti
un famoso avvocato ed un importante prelato di curia .
Furioso Vichi, pardon Bordelli, da' le
dimissioni , si mette a riposo anticipato , in attesa della pensione che dovrebbe arrivare da li ad un paio
d'anni ( vado a memoria ) . Non ha famiglia, non ha figli , anche
la speranza sentimentale con Eleonora è stata distrutta , dal fatto che oltre
le pressioni per fermare l'inchiesta , i cattivi , quelli
potenti , tramite una massoneria , naturalmente deviata , abbiano
ingaggiato un paio di picchiatori , che sequestrano in casa
Eleonora e la violentano ripetutamente . Sicuramente spiegano
alla malcapitata , che è “colpa di Bordelli che non vuole ascoltar consigli ” e quindi la
poveretta fa perdere le sue tracce a tutti , fidanzato ( cioè Bordelli)
compreso .
Ora nel nuovo libro , appunto quello
che ho appena letto , la forza del destino , segue cronologicamente morte a Firenze , vediamo Bordelli comprare un casale all'Impruneta che a me non dice
nulla come luogo , ma Vichi vive nella zona da alcuni anni come risulta da tre brevi interviste pubblicate in fondo al libro . Li, tra le colline rustiche
che vengono abbandonate dai contadini e dai loro figli per andare
a vivere in città (oggi è esattamente il contrario visto che
vengono dall'estero con valigie di soldi , per comprare le ville
nelle colline toscane : a me un po' vien da ridere pensando che
infondo son diventati tutti come D'annunzio) Bordelli ammazza il tempo in passeggiate nei boschi e coltivando l'orto .
E la scena si apre , o quasi , con
Bordelli che di fronte al caminetto di ceneri fredde, alla mattina
sfoglia il quotidiano locale (La Nazione) per leggere la scarna
notizia del Panerai , il macellaio di cui si parlava sopra , morto suicida durante una battuta di caccia .
Lo shock l'ho avuto a pagina 2 quanto
il suicidio di un macellaio , tale panerai vien ricordato cosi
testuale “ un nostalgico fascista , uno stupratore di bambini , un
assassino ...” .
Avete capito ? Nella testa di Vichi
, pardon del suo personaggio Bordelli , l'essere nostalgico fascista
è PEGGIO che essere uno stupratore di bambini, se è vero che
la prima parola che viene è quella che più pesa, che prende il
grosso dell' impressione e del giudizio.
Comunque il mio punto è il seguente : per Vichi , pardon per Bordelli, lo stupratore pedofilo assassino viene prima ricordato come fascistone e poi come stupratore assassino .Si perché nel momento della rievocazione colpisce subito la prima parola che etichetta il personaggio nella mente del lettore in modo univoco . Panerai si fissa non come un pedofilo assassino , ma un fascistone . Fascistone degli anni 60 , e lascio a voi ,il commento . Sì forse sarebbe diventato bombarolo ? Ma nel 67 le bombe non c'erano ancora . C'erano un po' di urla qualche saluto e forse forse qualche scritta sui muri . O forse era di quelli che venivano dal ventennio , con un passato nerissimo da cancellare . Forse questo è nel libro precedente . Insomma Bordelli ( o forse anche Vichi ), mi pare che sia uno di quelli ideologici duri e puri .
Già, il fascismo in quegli anni . Bordelli opera
negli ultimi anni 60, attorno al 1967 e l'alluvione dell'Arno , ma
il fascismo sembra sottotraccia. Se la ricchezza si sparge , anche
se non a macchia d'olio e più lentamente , in quegli anni anche in
toscana si cominciava a vedere o guadagnare qualcosina in più, per
dirla alla toscana .
E Bordelli invece , sta terminando la
sua vita lavorativa. Bordelli , di famiglia modesta e mi pare di
capire fascista, si arruola e combatte la prima
parte della guerra nelle flottiglia MAS ( inizialmente erano tre) , che nel 1941
secondo Wikipedia venne riorganizzata e rinominata X° MAS. Poi nella storia di
Bordelli è spostato al sud , penso sia catturato , e decide di
combattere contro i tedeschi e fascisti agli ordini del Re e di
Badoglio. Da wikipedia questa unità ha operato anche come
unità anfibia anche se forse , gli specialisti ,che sicuramente
Vichi ha letto, sosterranno che erano anche unità combattenti
appiedate . Dico questo che nel libro Bordelli (Vichi ) racconta
un episodio di combattimento “normale “ , da fanteria , non di
un commandos sbarcato o paracadutato . L'unità vera della X Mas a Sud , sotto il regno , era
però stata rinominata come "Mariassalto" , cosa mai citata da Vichi , che invece la racconta come X Mas . Anche perché sicuramente fa più effetto verso i lettore .
A nord , sotto i nazisti , chi restò tra gli incursori , visse come gli altri , ovvero divisi tra quelli si diedero alla macchia coi partigiani o semplicemente
disertò, oppure combattete come unita “fascista “ anzi frei corps
come unità alleata dei tedeschi e fedele a mussolini . Anche se la leggenda dice che tutti uniti senza diserzione alcuna passarono con in nazisti . E qui
nacque la nomea (vera) della X MAS come unità di repressione
antipartigiana con incendi , massacri requisizioni , violenze di
ogni tipo contro i partigiani e la popolazione inerme .
Bordelli intanto , combattendo nazisti e i pochi fascisti
, dal sud e nel centro fino alla linea gotica ( dovrei leggere tutti
i libri p... e sono tanti … per capire la sua storia pregressa), il protagonista arriva alla fine della guerra e si arruola in polizia
. Passano alcuni anni , è quasi pronto alla pensione letterariamente
incontra Vichi e comincia a narrare la sua storia . Nella
realtà letteraria , dell'incontro e del racconto questo
espediente non c'è. Ma nella testa di Vichi , il commissario
Bordelli ad un certo punto è comparso e con forza è divenuto
protagonista , proprio in quel tempo storico e con quella età.
Che alla fine Bordelli odia i tedeschi
ed i fascisti ormai è chiaro . Ma perché ? Nel libro non c'è
scritto nulla anche se avendo per caso letto un altro libro di Vichi posso almeno permanere nel mio dubbio
con motivazione . Nell'altro libro , un vecchio ufficiale
nazista delle SS che torna a vivere a Firenze , in una villa
che pare disabitata . Anche li con un contorno di omicidi . E
,onestamente senza grande fantasia , Bordelli viene in contatto
con un gruppo ebraico che vuole vendetta , non “ufficiale “
come il Mossad, e non pacifista come il gruppo Wiesenthal . Anche
li, Bordelli già li conosceva , alcuni di loro.
Non siete convinti ?
Dopo pochissime righe , Bordelli
confessa al lettore , ricordando gli avvenimenti di qualche
giorno prima , come , battendo i sentieri attorno all'Impruneta, si è imbattuto s'imbatte in Panerai , e Bordelli gli monta la rabbia per trovarselo li davanti , gli strappa il fucile e gli spara cosi bene da farlo
sembrare un suicidio. Naturalmente Bordelli indossa guanti di pelle e mi vien da pensare che Bordelli cercasse Panerai fin dall'inizio, fin da quando aveva preso casa da quelle parti . un omicidio premeditato, mascherato da suicidio.
Cosi , Bordelli, ex X MAS , salta il
fosso e diventa giustiziere , mentre appare come commissario a
riposo in attesa di pensione . Il fidato Piras, il suo vice ed assistente , che lo conosce bene e
lo frequenta settimanalmente nel " buen ritiro" campagnolo , mangia
la foglia .
Infatti chi mai sospetterebbe Bordelli? La vita di Bordelli è
riposante , va a letto presto in fondo, si alza tardi , cucina piatti ricercati , legge libri importanti la sera davanti al caminetto , e di giorno cammina per i boschi oppure cura l'orto che ha appena piantato con l'assistenza di un ex galeotto, ex ladro , di cui è amico da tempo .
Il ritmo si distende ed il lettore
pensa che forse è stato un raptus quell'omicidio del macellaio .
No, non é cosi. Bordelli , aspetta per capire come risolvere un
problema .
Nel frattempo viene coinvolto da una contessa,
nell'indagine nella morte del figlio di quest'ultima . Il caso venne archiviato come suicidio: il figlio è stato trovato impiccato, ma
la donna non è convinta . E Bordelli, tra l'orto , le camminate
nei boschi, e la saltuaria amicizia di una cane semi-randagio
che poi lo abbandonerà , con il dispiacere del poliziotto,
ritorna ad indagare . Per conto proprio , torna a Firenze , fa
qualche domanda discreta , sente le persone e scopre , quello
che forse è una storia narrata delle vere conversazioni tra
amici tra Firenze e l'Impruneta . Ovvero di come avvocati
fraudolenti rubavano alle vecchie famiglie patrizie e facoltose
, fino a spennarle totalmente , e come questi avvocati portassero i
soldi in sud america . E poi raggiungerli una volta scoperti , e
li far perdere le proprie tracce . E forse anche lo spazio tra le righe , dei fondi nascosti per qualche golpe o trama , nera naturalmente . In fondo ci sta . E' la zona di Licio Gelli , o no ? E
i rapporti con il sud america , l'argentina per esempio , era
migliore se si passava attraverso grembiulini magici , magari quelli
con un passato nero alle spalle . Tutto ciò, allude ai
golpe, quelli del 60 e 70 ed alla P2. Nella finzione Bordelli non
racconta di queste storie al suo amico ammiraglio dei servizi ,
che invece ha contattato prontamente per avere notizie di
uno dei due soci dello studio dove lavorava il figlio della
contessa . Una telefonata intercettata involontariamente ed il destino del Contino è segnato .
il Contino , lo troveranno appunto impiccato nel
castello avito , senza tracce di effrazione alcuna ; dal che la conclusione :suicidio , anche per effetto di una lettera breve in cui chiedeva scusa senza darne motivazioni . Ma anche senza una spiegazione del modo con cui
l'assassino ha fatto perdere le sue tracce . Poi l'intuizione : l'assassino è restato in casa
, grande , chiuso in soffitta in soffitta fino a che , passati allarmi, polizia e tutto il resto , tutti avrebbero lasciato la caso ormai vuota per andare
al cimitero alla tumulazione . Si tratta di una intuizione , non di Bordelli ma
dell'amico ladro . Ed anche alla contessa , che nel frattempo
Bordelli scopre avere anche una figlia con un grave handicap
mentale , tenuta nascosta , Bordelli non dice nulla . La vuole
preservare da tali feroci e potenti oscurità? Vuole che si
dedichi a questa vita senza speranza nella cura della figlia
minorata ? O vuole tenersi il segreto , per usarlo ed per evitare che il suo
piano di vendetta fallisca ?
Ma intanto la storia volge verso il
termine ,con i due colpevoli , giustiziati uno dopo l'altro .
Nel frattempo ad alleggerire l'atmosfera , tre episodi . Una
gita al mare con l'amica ex prostituta , che vorrebbe avere
l'amore di Bordelli ( è trasparente ). Un incontro con una vecchia
amica dei tempi della giovinezza, ora splendida donna , separata ,
che è stuzzicata da un'avventura , senza futuro in
fondo. Lei lo vuole , Bordelli è un po' incerto , poi cede , una
notte di passione per entrambi e qualche giorno dopo lei lo scarica dicendo che loro due non possono avere futuro .
Poi, un episodio di un piacere fatto ad un amico , il ladro
che pure è falsario , o meglio , si fa darei soldi falsi per
venderli a qualcuno a Milano. E già li, si vide una Milano che
nel 1967 dove la mafia o l' ndrangheta già comandano . Bordelli insiste nel voler accompagnare all'incontro il “piccolo”
ladro amico , che vuole proteggere da gente
spietata . E , per arguzia fiorentina , facendosi prestare una giulia di
servizio per una notte per non essere fermati . Ed il suo distintivo che ancora possiede .
Infine organizza una cena , a casa
sua in campagna . Per il suo compleanno con piatti preparati da
lui stesso , piuttosto elaborati , sotto le ricette di un amico
cuoco .
In questa serata conviviale ,
ciascuno racconta un episodio significativo, una storia insomma .
Ma alla fine Bordelli attua la
vendetta. Lasciando, in un caso , una lettera autografa del suicida
e nell'altro caso , mascherato come omicidio di ignoto , mettendo
in atto un depistaggio . E come ? con una una svastica
naturalmente .
E poi bello bello dopo qualche
giorno torna da l questore e gli chiede di tornare in servizio
. Tanto i giovinotti , neoassunti o quasi , che indagano su questo
ultimo misterioso omicidio , saranno tenuti d'occhio da lui , da
lontano e lui invece guarderà i casi più comuni .
Il libro ha un tono leggero a contrasto
con la motivazione di tutto che è vendetta . Vuoi la gita al
mare , vuoi l'incontro con la vecchia amica , l'episodio di Milano
in volante , ma soprattutto questa campagna lenta e tranquilla
, i lavori nell'orto , le camminate nei boschi distendono il
lettore . Non basta la storia del figlio della contessa ad
intristire le cose . Sono tanti gli episodi presenti che
allietano il tono : la gita gioiosa e spensierata con l'amica
ex prostituta al mare , l'incontro con la ex e il brevissimo ma
appagante incontro per entrambi . Anche la cena in cui Vichi
sperimenta la tecnica dei racconti tra amici , attorno al fuoco.
Ma resta la vendetta , con Bordelli
che diventa giudice . Naturalmente senza rimorsi , e con i
criminali che confessano .
Vichi scrive bene ma non raggiunge vette di tecnica . Riesce a pilotare agevolmente il tono del racconto , alterna il rimo , alterna la struttura , introducendo la serata con i racconti che è quasi un romanzo dentro il romanzo .
Però a me Vichi non convince del tutto come scrittore di gialli, mancando la tensione vera che non avvince se non raramente il lettore .